la danza

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giovedì 26 gennaio 2012

uno ius 91 assurdo

Con la Legge del 5 febbraio 1992 n. 91 sulla cittadinanza, un bambino nato in Italia da genitori stranieri può diventare cittadino italiano solo dopo il compimento del 18° anno di età, se lo richiede e se risulta ininterrottamente residente sul suolo italiano senza cancellazioni all’anagrafe dalla residenza di 6 mesi e se, all’atto dell’acquisto, è residente e fa parte del nucleo familiare di origine. UNA NORMA TROPPO RESTRITTIVA!
CASO PARADOSSALE: i bambini, che nascono da genitori stranieri nati anche loro in Italia, si ritrovano senza alcuna cittadinanza!!! Per questi casi, l’ITALIA SONO ANCH’IO prevede la concessione della cittadinanza immediatamente!
L’Italia nel 1992 non ha ratificato la Convenzione di Strasburgo alla lettera C, che riguarda il diritto di voto amministrativo per gli stranieri regolarmente residenti.
UNA PRECISAZIONE: con la proposta L’ITALIA SONO ANCH’IO, una coppia di stranieri non può ottenere la cittadinanza del nascituro semplicemente programmando la sua nascita in Italia, poiché uno dei due adulti deve rispondere al requisito di legalità del soggiorno di almeno un anno.
BASTA CON I TEMPI LUNGHI! Si propone che i procedimenti amministrativi per l’acquisizione della cittadinanza abbiamo un termine massimo improrogabile di 24 mesi. Non è possibile accettare tempi lunghi con un’alta discrezionalità! In caso di superamento dei tempi stabiliti l’istanza si considera accolta.
Per i dettagli delle proposte di legge della campagna sulla cittadinanza L’ITALIA SONO ANCH’IO, si rinvia al seguente link: http://www.litaliasonoanchio.it/index.php?id=572

mercoledì 4 gennaio 2012

un bugiardino per i sintomi ortografici più comuni

Sì!

No!

Qual è …… ( è un troncamento, non un’elisione )

Qual’è

Un po’ ( è un troncamento particolare poiché si scrive con l’apostrofo )

Un pò

Un amico ( l’articolo maschile singolare non si scrive mai con l’apostrofo )

Un’amico

Fu ( terza persona singolare del passato remoto del verbo essere ), sta, sto.

Fù, stà, stò.

Piogge (la ‘g’ è preceduta da un’altra consonante)

Pioggie

Camicie ( la ‘c’ è preceduta da una vocale)

Camice

Soqquadro ( è l’unica parola con la doppia ‘q’ )

Socquadro

Claudia ti dà una mano ( la voce verbale ‘dà’ con l’accento per non confondersi con ‘da’ preposizione semplice )

Cluadia ti da una mano

Non voglio né la carne né il pesce ( la negazione ‘né’ con l’accento per non confondersi con ‘ne’ pronome, p.e. “non ne ho più” )

Non voglio ne la carne ne il pesce.

Ha portato con sé il suo gatto ( il pronome ‘sé’ con l’accento per non confondersi con ‘se’ congiunzione, p.e. “ci vado se viene anche lui” )

Ha portato con se il suo gatto.

Sì, ho capito ( l’avverbio ‘sì’ con l’accento per non confondersi con ‘si’ particella pronominale, p.e. “si lava di denti la sera” )

Si, ho capito

Versami un po’ di tè ( il sostantivo ‘tè’ con l’accento per non confondersi con ‘te’ pronome personale complemento, p.e. “partirei con te” )

Versami un po di te

martedì 3 gennaio 2012

posso facilitare l'apprendimento della lingua italiana con gli audiovisivi

La lingua italiana viene appresa in maniera spontanea attraverso la televisione a Malta e in Albania. Gli Albanesi sono spinti dal miraggio di un paradiso economico sull’altra costa, mentre i Maltesi dalla preferenza dei programmi italiani rispetto a quelli locali. Nell’isola di Malta la lingua nazionale è il maltese, una lingua semitica, ma si parla anche l’inglese, poiché fino al 1964 l’isola è stata una colonia britannica. Studi condotti recentemente sull’isola affermano che l’italiano ha un ruolo di notevole rilievo tanto che non si può considerare una lingua straniera qualsiasi. Chi è esposto regolarmente all’italiano, riesce ad acquisire un’ottima competenza per quanto riguarda la comprensione orale della lingua italiana, buone o sufficienti risultano invece le competenze per la produzione orale. L’esperienza maltese dimostra che i mezzi di comunicazione possono essere uno strumento didattico di grande importanza nell’insegnamento di una lingua straniera.

Gli audiovisivi riproducono suoni ed immagini, permettendo contemporaneamente di udire e di vedere. Presentano visivamente un contesto e fanno perno sulla dinamica situazionale per aiutare la comprensione. Lo studente riceve un input uditivo e visivo. Sono considerati audiovisivi:

- i video didattici,

- le registrazioni autentiche,

- i film,

- le previsioni del tempo,

- la pubblicità,

- i telegiornali.

Per insegnare la lingua italiana con gli audiovisivi occorre:

- saper selezionare i modelli linguistici e culturali più adeguati ai propri studenti;

- saper didattizzare i diversi materiali audiovisivi.

I video sono disponibili con CD-ROM, DVD, televisione e internet. Si possono scegliere video didattici o si può costruire un nuovo materiale registrando, per esempio, una trasmissione televisiva.

Attraverso i video si possono far notare le diverse varietà linguistiche dell’italiano ( repertorio delle varietà linguistiche di Sabatini:1 italiano standard, 2 italiano dell’uso medio o neo-standard, 3 italiano regionale delle classi colte, 4 italiano regionale delle classi popolari, 5 dialetto regionale o provinciale,

6 dialetto locale). Un film doppiato presenta un italiano dell’uso medio o standard, un talk show un italiano dell’uso medio molto informale, un film ambientato a Roma un italiano regionale delle classi popolari.

Bisogna soffermarsi anche sulle componenti non verbali del video:

- l’intonazione,

- il ritmo,

- i gesti,

- le distanze fra gli interlocutori,

- gli oggetti,

- stili di vita e modelli comportamentali.

L’insegnante, nella prima fase della sua lezione, presenta l’argomento del video e, se lo ritiene necessario, trascrive alla lavagna alcune parole-chiave. La durata della visione del video è estremamente variabile, può trattarsi di un intero film di due ore, solo di una scena o di un dialogo. La visione è seguita prima da esercizi per la comprensione globale ( domande a risposta aperta, domande a scelta multipla, domande del tipo vero/falso, elementi da riordinare, transcodificazioni, griglie da riempire ), poi da esercizi più analitici ( domande su specifici aspetti grammaticali, testuali e socioculturali, lavoro sulla trascrizione del sonoro con esercizi di cloze, incastro o abbinamento, con la ricostruzione di battute di una conversazione o il riordino e l’inserimento in una griglia di determinati elementi incontrati nel testo ). Ogni studente, successivamente, può ripetere o interpretare in maniera creativa i dialoghi ascoltati, discutere il tema del filmato, agire linguisticamente in situazioni simili a quelle presentate, descrivere personaggi o ambienti, riferire ciò che ha compreso, formulare ipotesi sull’inizio o gli sviluppi della vicenda, scrivere una sceneggiatura alternativa.

Occorre tener conto di un problema in ordine all’uso degli audiovisivi per la fase di comprensione: si rischia quasi sempre che la comprensione di un video avvenga attraverso gli occhi più che attraverso uno sforzo esclusivamente linguistico.

L’uso degli audiovisivi nella didattica:

- permette un’efficace presentazione degli aspetti culturali del paese di cui si studia la lingua;

- offre la possibilità di fermare e ripetere le scene presentate;

- favorisce la comprensione delle varietà sociolinguistiche;

- costituisce un elemento importante nella fase di motivazione di un’unità didattica;

- può risultare un’occasione per introdurre in una classe materiale autentico