Da gennaio fino a giugno del 2011 ho insegnato la lingua italiana
agli immigrati adulti presso la Scuola del Progetto Arcobaleno di Firenze,
dove la responsabile mi ha dato subito fiducia affidandomi una classe di
livello elementare. Ho iniziato così una nuova esperienza non solo didattica, ma
soprattutto umana, da insegnante volontario. Ho toccato il vissuto di persone
che sono fuggite da condizioni dolorose segnate dalla guerra, dalla povertà,
dalla perdita della propria famiglia, dalla prostituzione e dalle violenze
sessuali. Nonostante tutto, lottano e ti offrono il loro sorriso e la loro
speranza.
Contemporaneamente nell'ambito della mostra Senzatomica per il disarmo nuclerare, organizzata dall'organizzazione buddista Soka Gakkai, sono entrato nello
staff PROMOZIONE NELLE SCUOLE. La prima scuola che ho contattato è stata quella
in cui lavoravo: la
scuola media di Scarperia. La Preside ha preso parte con entusiasmo all'inaugurazione della mostra e due classi, accompagnate da me e da altri tre
colleghi, sono state nel complesso delle Pagliere. Ad un certo punto mi
sono chiesto: perché non promuovere la mostra anche presso la Scuola
Progetto Arcobaleno? Perché escluderla? La scarsa competenza linguistica
dell’italiano non deve essere un ostacolo! Altro che ostacolo! Gli studenti
adulti della mia classe hanno accolto con piacere la mia proposta e la guida, che
ha illustrato i pannelli, è stata fantastica. Ha controllato il linguaggio
scegliendo termini semplici e costruendo solo frasi coordinate. Con una voce
ferma e calda ha mantenuto alta l’attenzione tutto il tempo. Ero stupito,
mi dicevo: è proprio brava! Potrebbe venire a fare il mio lavoro! Dopo la
visita, da una compagna di fede ho scoperto che si trattava di una scrittrice
buddista, il meglio che ci poteva capitare. Alla fine della visita ho
proposto di scattare una foto, che ho pubblicato sulla pagina facebook
dedicata alla mostra.
Qualche giorno dopo sono stato
contattato dal Direttore della mostra Daniele Santi. La foto era piaciuta
molto ad alcuni
responsabili del Giappone, i quali mi chiedevano la possibilità di pubblicarla
nel paese nipponico. Ero felice per quell’apprezzamento. Accanto alla foto avevo
scritto: “ a Senzatomica oltre ogni frontiera linguistica”. C’erano,
però, le liberatorie da far firmare a ciascuno studente. Erano scritte in
inglese. Prima dell’inizio di una nostra lezione, si sono fidati della mia traduzione e
spiegazione e hanno firmato. Lo stesso giorno mi sono precipitato al
Kaikan per spedire in Giappone quelle liberatorie. Quella foto è volata
in Giappone. Una foto fatta di persone interdipendenti e provenienti da
ogni parte del mondo che con la loro visita a senzatomica hanno espresso
il loro sì al disarmo nucleare e alla pace.
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