la danza

la danza

martedì 18 settembre 2012

nove proposte per una politica sull’immigrazione


sulla base di letture e considerazioni personali, ma soprattutto del rispetto di ogni essere vivente

1 promuovere accordi commerciali che favoriscano anche le economie dei paesi da cui proviene la maggior parte degli immigrati;
2 stabilire politiche di reclutamento di manodopera in modo tale da programmare almeno una parte degli ingressi; il lavoro regolare e la parità di trattamento sono un segno di civiltà e sono, tra l’altro, una misura protettiva contro la concorrenza al ribasso;
3 le istituzioni pubbliche nazionali devono dettare e coordinare precise normative, non più sanatorie, non devono abbandonare gli enti locali alle iniziative di privati e di associazioni di volontariato;
4 promuovere campagne di sensibilizzazione che contrastino stereotipi e luoghi comuni sugli immigrati;
5 favorire l’integrazione garantendo i diritti sociali quali l’assistenza sanitaria, pensionistica e l’istruzione obbligatoria per i figli fino al 18° anno di età; 
6 favorire l’integrazione garantendo i diritti politici, in primis il voto per le amministrative per gli immigrati residenti regolarmente in Italia da 5 anni e la cittadinanza alle seconde generazioni fin dalla nascita;
7 la valorizzazione delle diversità all’interno di regole democratiche condivise e valide per tutti e la promozione dell’interculturalità, attraverso progetti scolastici e programmi televisivi, evitare la ghettizzazione o tentativi di una forzata assimilazione; 
8 la promozione della formazione dei leader religiosi musulmani nelle varie regioni, in modo tale da favorire l’islam progressista;
9 garantire agli immigrati lo stesso trattamento in qualsiasi questura o ufficio comunale,troppo spesso, invece, l’applicazione dei provvedimenti legislativi sono soggetti alla discrezionalità dei funzionari locali.




giovedì 6 settembre 2012

il metodo della scoperta della regola grammaticale secondo MARIA LO DUCA


( una mia sintesi del testo ESPERIMENTI GRAMMATICALI di M. Lo Duca, edizioni Carocci. Metodo adatto sia all'italiano come L1 che come L2 )

Gli studenti vengono guidati a scoprire alcune delle regole dell’italiano che hanno introiettato fin dall’infanzia, ma di cui non hanno ancora una conoscenza pienamente consapevole, articolata ed esplicita.
Si pongono alla classe una o più domande che stimolino la riflessione, la ricerca di una soluzione e la manipolazione. Per esempio: è proprio vero che in italiano il soggetto concorda sempre con il predicato verbale? In italiano l’articolo precede sempre il nome?
Dopo aver posto il problema con una domanda, il docente esorta gli alunni a raccogliere dati ed esempi, sia dalla lingua parlata che da quella scritta ( giornali, libri di testo, web, ecc. ). A casa o in classe gli studenti trascrivono le citazioni scelte e indicano la fonte dalla quale sono tratte. Si noterà che non sono abituati a prestare attenzione agli aspetti formali della lingua parlata, tanto più a trarre dati ed esempi. Tradizionalmente la grammatica interessa solo l’italiano scritto.
Alla lezione successiva si portano i dati raccolti, sottoponendoli ad una riflessione collettiva dalla quale emergeranno una o più ipotesi. L’insegnante resiste alla tentazione di dare delle risposte, ascolta sempre con attenzione gli interventi di ogni alunno e ne sottolinea i passaggi utili a far progredire il lavoro collettivo; indirizza l’attenzione su aspetti giudicati importanti  per la soluzione del problema  ma non sufficientemente colti dalla classe; fornisce criteri di analisi e selezione  dei materiali e delle proposte; ripete e riformula singoli interventi , o passaggi, per renderli più chiari ed utilizzabili, da parte di tutti, nel prosieguo della discussione. Funge da facilitatore.
Dati, ipotesi e conclusioni vanno raccolti in un quaderno. Il docente nel corso dell’anno scolastico induce il miglioramento costante dell’organizzazione dei contenuti, della correttezza  delle formulazioni linguistiche e della precisione della terminologia, suggerendogli termini più tecnici ( così facendo favorisce l’acquisizione del metalinguaggio ).   
Dopo aver adottato questo metodo di scoperta, il docente può ricorrere al libro di testo per una riflessione più generale e tradizionale, poiché in questo modo si dà organicità alle conoscenze. Non si può far grammatica senza un libro di testo, lo studente ha bisogno di sistemare le sue conoscenze e di apprendere la metalingua.    

mercoledì 5 settembre 2012

sradicamento e crisi d'identità in versi


Moammed è un giovane arabo che lascia il suo paese per trasferirsi a Parigi, in cerca di fortuna. Rinuncia alle proprie origini con la speranza di integrarsi nel nuovo paese.  Cambia il suo nome, comincia farsi chiamare Marcel.
La solitudine e il senso di esclusione lo vincono. Decide di togliersi la vita. Solo il poeta Ungaretti,  suo amico, sa che è vissuto Moammed e lo ricorda in questo celebre componimento.

In memoria

Si chiamava
Moammed Sceab

Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria

Amò la Francia
e mutò nome

Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè

E non sapeva
sciogliere il canto
del suo abbandono

L’ho accompagnato
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa.

Riposa
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera

E forse io solo
so ancora
che visse.