UN FORZA LAVORO DEBOLE E FLESSIBILE
Gli immigrati costituiscono una forza lavoro debole e pronta ad accettare qualsiasi condizione lavorativa, priva di diritti sociali e di tutele. I grandi imprenditori influenzano l’operato dei governi, che richiamano, ridimensionano o espellono gli immigrati in relazione all’andamento dell’economia. Ci sono capitalisti che preferiscono un’immigrazione regolare, mentre altri, che si trovano a competere in mercati poco remunerativi, tendono a favorire l’ingresso di immigrati irregolari, più facilmente sfruttati e utilizzati solo quando il mercato li richiede. In quasi tutti i paesi europei si registra una scarsa determinazione politica a combattere l’economia sommersa e il lavoro nero. In realtà, sono gli stessi recenti provvedimenti, volti alla deregolazione del mercato del lavoro, a favorire il lavoro irregolare. Le periodiche espulsioni risultano essere uno strumento per mantenere gli immigrati non autorizzati sotto una cappa di insicurezza, come tattica per rassicurare l’opinione pubblica interna. Un immigrato, inserendosi solitamente ai livelli più bassi del sistema occupazionale, eleva lo status dei lavoratori autoctoni, che si vengono a trovare a un gradino più in alto, con l’effetto di diminuire l’intensità dei conflitti di classe.
L’ITALIA AGLI ITALIANI
Da sempre popoli con lingue, religioni e colori della pelle diversi, entrano in contatto tra loro e si mescolano per generare un nuovo popolo. L’uomo facilmente dimentica queste dinamiche che sono alla base della storia dell’umanità. Il concetto di nazione è recente, risale al ‘700. È stato usato per la costruzione della coesione socio-politica interna ai nuovi Stati settecenteschi. Oggi il malcontento sociale ed economico di uno Stato sposano il timore di perdere l’identità nazionale e di rischiare il collasso dell’unità politica. Diversità etnica e immigrazione sono viste come minacce per l’unità nazionale e per il livello di benessere raggiunto.
BUROCRAZIA AD ALTO TASSO DI DISCREZIONALITÀ
In occasione di provvedimenti legislativi, la loro applicazione varia da questura a questura. Funzionari danno luogo a casi frequenti di disparità di trattamento, di contenziosi prolungati e di peregrinazioni da una questura all’altra alla ricerca di quella più disponibile ad accogliere le ragioni dell’immigrato che vuole regolarizzare la sua posizione.