la danza

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sabato 24 dicembre 2011

decrescita felice: l’antidoto alle migrazioni globali

L’attuale sistema economico si basa sull’interdipendenza tra le economie nazionali e accentua il divario tra paesi ricchi e paesi poveri. Gli squilibri socio-economici tra le aree del nostro mondo alimentano un incessante flusso migratorio. Un numero crescente di contadini abbandona l’autoproduzione di beni, cioè l’agricoltura di sussistenza dove la vendita è limitata alle eccedenze, per andare a produrre merci e guadagnare in cambio il denaro necessario a comprarle. L’abbandono delle campagne e il trasferimento nelle città comporta costi sociali e ambientali elevatissimi. Si perdono le tradizioni, la vita in comunità e una certa manualità, si lasciano modelli ecosostenibili per accrescere aree urbane con un impatto ambientale devastante .

Uno stile di vita ispirato dai principi della decrescita felice, pertanto non omologato sui modelli consumistici, oltre a migliorare la qualità della vita di chi lo pratica, può contribuire a rimuovere le cause che inducono a emigrare.

A livello politico non c’è una reale volontà di arrestare i flussi migratori in corso, poiché si persegue il modello economico fondato sulla crescita infinita del consumo di merci, tale crescita ha bisogno di un numero sempre più alto di produttori a basso costo e di consumatori dipendenti dal mercato.

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