GLI IMMIGRATI PROVENGONO PER LO PIÙ DA PAESI MOLTO POVERI?
Secondo la percezione comune, l’immigrato è lo straniero povero, così come l’extracomunitario. In realtà, in Italia i gruppi più presenti ( rumeni, albanesi, marocchini, cinesi e ucraini ) provengono da stati appartenenti ad una fascia socio-economica media. L’emigrazione, nella maggior parte dei casi, va considerata come una strategia per difendere uno status economico di una classe media. Tecnicamente un rumeno non può essere considerato un extracomunitario poiché la Romania è un membro dell’Unione Europea.
GLI IMMIGRATI CHE GIUNGONO IN ITALIA SONO RIFUGIATI?
Solo il 15% dei rifugiati nel mondo esce dai paesi del terzo mondo e avanza una richiesta di asilo, la restante parte si sposta nei territori circostanti l’area di crisi. Pochi rifugiati raggiungono la nostra sponda.
COME ARRIVANO I CLANDESTINI?
Il clandestino è colui che supera un confine in maniera illegale, riesce praticamente ad entrare nel nostro territorio evitando qualsiasi controllo. I clandestini giunti in Italia costituiscono solo il 5% degli immigrati irregolari. La maggior parte degli immigrati giunge con un visto turistico, dopo 90 giorni non rientra nel suo paese e inizia così la sua permanenza irregolare. Il nostro Paese ha tolto l’obbligo del visto a tutti i paesi dell’area balcanica ( compresi Serbia, Montenegro e Albania ) e al Brasile, in questi casi occorre solo un passaporto per l’ingresso. A una tale apertura sostenuta da interessi economici, corrisponde una posizione politica diversa.
QUALI SONO LE INZIATIVE PER REGOLAMENTARE L’IMMIGRAZIONE?
L’Italia ha varato finora delle norme aspre sull’immigrazione irregolare, arrivando a considerarla un reato. Tali norme non vengono applicate, o almeno solo in piccola parte. Perché? C’è una carenza di denaro, forze dell’ordine e risorse che rendono impossibile l’espulsione di tutti gli immigrati irregolari. Inoltre, per mandar via un immigrato, occorre prima di tutto un accordo con il paese estero interessato, che può non riconoscerlo. La politica e la percezione comune, influenzata dai mass media, vedono l’immigrato come una minaccia, ma cedono agli interessi dell’economia ( che ha bisogno di manodopera, poiché 3 ragazzi italiani su 4 conseguono un diploma di scuola superiore e non sono disposti a raccogliere i pomodori o a curare un vecchio 24 ore su 24 ) e delle famiglie ( che si tengono in casa badanti e babysitter senza permesso di soggiorno, senza i quali non saprebbero come gestire la cura di anziani e bambini ).
GLI IMMIGRATI NON PROVOCANO UN AUMENTO DELLA CRIMINALITÀ?
Il numero degli immigrati nelle carceri è in aumento per diversi motivi: un giudice non dà mai gli arresti domiciliari ad una persona senza permesso di soggiorno e senza fissa dimora; i loro reati per lo più sono collegati alla loro condizione, infatti tentano di procurarsi in maniera illegale il permesso di soggiorno o scappano di fronte ad un controllo; le organizzazioni criminali gli affidano i ruoli più esposti ( è più facile intercettare forme di criminalità che coinvolgono gli immigrati rispetto a quelle che interessano gli italiani ).
LA LEGGE SULLA CITTADINANZA PER GLI IMMIGRATI REGOLARI
Sulla cittadinanza l’Italia è il paese più restrittivo dell’Europa Occidentale. La Grecia dal 2010 non lo è più. In Italia per richiedere la cittadinanza un immigrato deve attendere 10 anni di residenza regolare, a quel punto presenta la domanda, passano alcuni anni per i controlli previsti e alla fine, molto spesso, la richiesta viene respinta. È molto più facile ottenere la cittadinanza se un immigrato sposa una donna italiana. Per i bambini nati in Italia da genitori stranieri, l’iter è ancora più lungo e tortuoso: occorre aspettare il 18° anno di età ed essere stati presenti sempre sul territorio italiano ( al massimo è tollerata un’interruzione di 3 mesi ).
Fonte Prof. M. Ambrosini.
Dati illuminanti!
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