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domenica 20 novembre 2011

la prassi per un corretto inserimento scolastico di un alunno non italofono

L’ACCOGLIENZA

Nella scuola opera all’inizio e durante tutto l’anno scolastico la commissione accoglienza, si tratta di una commissione formata dal dirigente scolastico, da alcuni docenti dell’istituto (uno dei docenti ne è il referente) e, in alcuni casi, anche da mediatori culturali e da genitori.

La commissione si riunisce nei casi d’inserimento di alunni neoarrivati per progettare azioni comuni, per monitorare i progetti esistenti e per operare un raccordo tra le diverse realtà.

Viene deliberato un protocollo d’accoglienza che illustra le procedure che la scuola segue per l’iscrizione e l’inserimento di alunni stranieri. Negli istituti dove non è stata ancora costituita una commissione accoglienza, opera in materia il collegio dei docenti.

La scuola si propone di:

- facilitare l’ingresso a scuola dei bambini stranieri;

- sostenerli nella fase d’adattamento;

- entrare in relazione con la famiglia immigrata;

- favorire un clima d’accoglienza nella scuola;

- promuovere la collaborazione tra le scuole e tra scuola e territorio sui temi dell’accoglienza e dell’educazione interculturale.

L’ISCRIZIONE

L’iscrizione è il primo passo del percorso di accoglienza dell’alunno straniero e della sua famiglia. La scuola individua nell’ufficio di segreteria un incaricato che segua il ricevimento di questo tipo di iscrizioni in modo continuativo.

La segreteria ha il compito di iscrivere l’alunno utilizzando una modulistica bilingue, di raccogliere i documenti scolastici e/o autocertificazioni relativi alla precedente scolarità, il permesso di soggiorno e i documenti sanitari, di fornire ai genitori una modulistica bilingue per facilitare loro la comunicazione con gli insegnanti, di fissare un primo incontro tra famiglia e commissione accoglienza (se necessario alla presenza di un mediatore linguistico), di acquisire l´opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica.

La scelta della sezione da parte del capo di istituto, sentiti gli insegnanti interessati, deve essere effettuata tenendo conto del numero di alunni per classe, della presenza di altri alunni stranieri e delle problematiche rilevanti nella classe.

La commissione accoglienza esamina la prima documentazione raccolta in segreteria all’atto dell’iscrizione ed effettua il primo colloquio (se necessario alla presenza di un mediatore linguistico) con l’alunno, la famiglia e un rappresentante del futuro team docente. Il colloquio è finalizzato:

- a raccogliere informazioni sulla situazione familiare e sulla storia personale e scolastica dell’alunno;

- a fornire informazioni sull’organizzazione della scuola;

- a far presente la necessità di una collaborazione continuativa tra scuola e famiglia.

La classe d’inserimento viene decisa sulla base dei dati raccolti, si tiene conto soprattutto dell’età anagrafica e dell’ordinamento degli studi del paese di provenienza. La commissione trasmette tutte le informazioni al consiglio di classe che accoglierà il nuovo iscritto.

È opportuno tenere conto che l’inserimento in una classe di coetanei, che appare la scelta da privilegiare, consente al neoarrivato:

- di instaurare rapporti più significativi, alla pari con i nuovi compagni;

- di evitare un pesante ritardo scolastico;

- di ridurre il rischio di dispersione scolastica.

Tuttavia la commissione accoglienza può deliberare l'assegnazione di una classe diversa tenendo conto:

- dell’ordinamento degli studi del paese d'origine;

- delle competenze e del livello di preparazione dell'alunno;

- del corso di studi eventualmente seguito;

- del titolo di studio conseguito precedentemente.

In mancanza di una documentazione certificata, si può in ogni modo deliberare l'iscrizione sulla base delle competenze accertate mediante prove di ingresso.

La normativa prevede l'inserimento di un alunno straniero, in una classe di una scuola italiana, con un’età anagrafica diversa al massimo di un anno, ma non è affatto raro il caso di minori iscritti anche a 2 o 3 classi inferiori. Questo avviene perché in assenza di chiari criteri di valutazione, alcuni insegnanti pensano che l'abbassamento di classe di due o tre anni sia più adatto alle competenze linguistiche dell'alunno o alle competenze scolastiche acquisite nel paese di origine, valutabili al momento.
Di solito, dopo qualche tempo, l'alunno straniero (che per età anagrafica è più maturo rispetto ai più giovani compagni di classe), dimostra un buon recupero sul piano dell'apprendimento scolastico. La scuola si rende conto del divario d'età tra il minore straniero e i suoi coetanei di classe, ma non sa più come trasferirlo ad una classe superiore, più adatta alla sua età anagrafica e alle sue competenze. In altri casi, l'alunno straniero, che si trova inserito con alunni di età inferiore, si sente a disagio e perde la motivazione allo studio. Per evitare questi gravi inconvenienti occorre che il criterio dell'età anagrafica sia il più possibile rispettato, quando si decide l'assegnazione alla classe. Spesso si confonde la difficoltà rappresentata dalle scarse competenze linguistiche in italiano, con il livello di apprendimento scolastico già raggiunto nel paese di origine.

L’INSERIMENTO NELLA CLASSE

Fra l’atto formale dell’iscrizione e l’effettivo inserimento in classe può passare massimo una settimana, questo lasso di tempo permette di curare l’inserimento stesso. I docenti informano i compagni del nuovo arrivo e creano un clima positivo di attesa dedicando del tempo ad attività di benvenuto e conoscenza, preparando cartelli di benvenuto nella lingua d’origine e una carta geografica che evidenzia il paese di provenienza. Individuano un alunno particolarmente adatto a svolgere la funzione di tutor (tutoring tra pari). Rilevano i bisogni specifici di apprendimento, applicano modalità di semplificazione dei contenuti e di facilitazione linguistica per ogni disciplina, stabilendo contenuti minimi ed adattando ad essi la verifica e la valutazione.

La commissione promuove l’attuazione di laboratori linguistici, individua risorse interne ed esterne alla scuola e spazi adeguati, facilita il coordinamento tra gli insegnanti che si occupano di alfabetizzazione (si può trattare di docenti interni all’istituto oppure di esperti esterni).

Sarebbe utile creare nella biblioteca scolastica un’area dove raccogliere e poter consultare:

- testi per l’acquisizione dell’italiano come L2;

- testi di didattica interculturale;

- raccolte di normative scolastiche sull’inserimento dell’alunno straniero;

- materiali multimediali.

La scuola deve sostenere l'alunno inserito con azioni didattiche individualizzate e con modalità flessibili di lavoro, soprattutto nei primi mesi di inserimento, al fine di prevenire successivi insuccessi scolastici. La commissione effettua, se necessario, un colloquio in itinere con la famiglia, l’alunno e un membro del team docente, dopo qualche mese, per valutare l’inserimento e rilevare le difficoltà.

Sulla base del documento di valutazione degli alunni stranieri approvato dal collegio dei docenti, si stabiliscono prove di verifica congrue alla programmazione svolta: si graduano le prove stesse,

si fissano gli obiettivi minimi previsti per gli alunni stranieri che hanno seguito percorsi didattici personalizzati e si individuano i criteri essenziali per la conduzione delle prove orali.

IL PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO (P. E. P.)

Il consiglio di classe, oltre ad assegnare all’alunno straniero un tutor applicando il cosiddetto tutoring tra pari (esaminato nel precedente modulo di questo corso), può fissare i suoi bisogni specifici di apprendimento per elaborare un piano di studio personalizzato.

Per l’applicazione di un piano di studio personalizzato occorre:

- individuare ed applicare le modalità di semplificazione dei contenuti e di facilitazione linguistica per ogni disciplina;

- stabilire i contenuti essenziali ed adattare ad essi le metodologie didattiche, la verifica e la valutazione delle competenze acquisite;

- stabilire criteri, modalità e strumenti di valutazione periodica e di eventuale esame finale coerenti con il piano educativo personalizzato;

- informare la famiglia del percorso formativo predisposto dalla scuola.

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