UNA MIA GUIDA ALLA GRAMMATICA TESTUALE
NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
per uno studio della grammatica fondato
sull’analisi globale del testo
LA GRAMMATICA TESTUALE
A partire dagli anni ’70 la linguistica considera, come unità
di analisi del linguaggio, il testo e non più la frase. I parlanti di una
lingua sono capaci di produrre, capire e comunicare non solo tramite frasi, ma anche
attraverso testi. Un testo è la vera unità comunicativa di una lingua: l’unica
che abbia significato pieno, compiuto e indipendente. Conseguentemente la
grammatica più adatta ad esplicitare e rappresentare la competenza linguistica
di un parlante non è più quella frasale, cioè quella che studia i rapporti
interni alle frasi; sorge, pertanto, la necessità di ricorrere ad una
grammatica testuale, che si occupa dei rapporti tra le frasi che costituiscono
un testo.
LA SCOPERTA DELLA REGOLA
Lo studio della grammatica deve essere fondamentalmente una
riflessione linguistica, è lo studente che scopre le regolarità di una lingua, elabora
e verifica ipotesi, sotto la guida dell’insegnante che promuove l’autonomia. Le
regole non sono delle norme inalterabili, ma meccanismi di funzionamento della
lingua e riguardano tutti gli aspetti legati alla comunicazione. Occorre
promuovere la motivazione dell’alunno con il piacere della scoperta e della
risoluzione di un problema.
È preferibile un metodo induttivo: si parte da un testo per
arrivare ad estrapolare una regola. Gli
studenti vengono guidati a scoprire alcune delle regole dell’italiano che hanno
introiettato fin dall’infanzia, ma di cui non hanno ancora una conoscenza
pienamente consapevole, articolata ed esplicita. Si pongono alla classe una o
più domande che stimolino la riflessione, la ricerca di una soluzione e la
manipolazione. Per esempio: in italiano l’articolo precede sempre il nome? Dopo aver posto il problema con una
domanda, il docente invita gli alunni a raccogliere dati ed esempi, sia dalla
lingua parlata che da quella scritta ( giornali, libri di testo, siti web, ecc.
). Gli studenti trascrivono le citazioni scelte e indicano la fonte
dalla quale sono tratte. Alla lezione successiva si portano i dati raccolti,
sottoponendoli ad una riflessione collettiva dalla quale emergeranno una o più
ipotesi. L’insegnante, anziché dare delle risposte, indirizza l’attenzione su
aspetti giudicati importanti per la soluzione del problema ma non sufficientemente
colti dalla classe. Dati, ipotesi e conclusioni vanno raccolti in un quaderno.
Il docente nel corso dell’anno scolastico induce il miglioramento costante
dell’organizzazione dei contenuti, della correttezza delle formulazioni
linguistiche e della precisione della terminologia, suggerendo termini più
tecnici ( così facendo favorisce l’acquisizione del metalinguaggio). Dopo aver
adottato questo metodo di scoperta, il docente può ricorrere al libro di testo
per una riflessione più generale e tradizionale, poiché in questo modo si dà
organicità alle conoscenze. Non si può far grammatica senza un libro di testo,
lo studente ha bisogno di sistemare le sue conoscenze e di apprendere la
metalingua.
UN’ANALISI GLOBALE
Come è stato già detto occorre partire dal testo: prima di
stabilire che cosa sono un aggettivo e un avverbio, è necessario mostrare come
questi funzionano nella lingua vera. Si propone alla classe un testo
riflettendo sulle sue caratteristiche e su una possibile definizione. Esso è un
insieme di parole che hanno un senso, parole scelte e combinate tra loro in
base al loro significato e a certe regole. L’autore scrive un testo che deve
poter essere compreso e interpretato dal lettore. Oltre al rispetto delle
regole morfologiche e sintattiche, segue le regole di scrittura stabilite per
quella tipologia testuale. È chiaro che una lettera formale ha una struttura e
un linguaggio diversi rispetto ad una relazione di scienze o ad una pagina di
diario. Un testo deve essere coerente e coeso, coerente nel senso che deve
avere un filo logico dall’inizio alla fine, mentre coeso nel senso che le
parole devono essere legate tra loro in maniera corretta.
Nell’insegnamento della grammatica nella scuola secondaria di
primo grado, tradizionalmente, si programma l’analisi grammaticale per la prima
classe, quella logica per la seconda e quella del periodo per la terza. Il
metodo globale non segue questa sequenza, ma propone i tre livelli di analisi
già dalla prima classe. Si accorpano i
tre livelli in un’analisi globale, ogni periodo viene analizzato a partire
dagli elementi maggiori per giungere a quelli minori. Le frasi sono formate da
sintagmi e i sintagmi da parole. Mentre l’analisi tradizionale è lineare, gli
elementi si succedono semplicemente l’uno con l’altro, in un’analisi globale
molti elementi non seguono gli altri, ma sono contenuti negli altri. La
sintassi delle lingue funziona un po’ come le scatole cinesi, in cui ogni
scatola è contenuta da un’altra. Questo metodo permette di ritornare più volte
sullo stesso argomento, ciò è fondamentale anche in vista della preparazione
alla prova Invalsi.
UNA POSSIBILE PROGRAMMAZIONE MODULARE DA SVILUPPARE NEL CORSO
DEL TRIENNIO DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Agli studenti si propone un brano. Si individuano i periodi e
all’interno dei periodi, in base ai verbi presenti, le proposizioni. È
un’occasione per riflettere sui legami stabiliti tra le frasi attraverso le
congiunzioni, le preposizioni, gli avverbi, i pronomi e la punteggiatura. Nella
divisione del periodo in proposizioni si considererà una proposizione unica
quella formata da un verbo composto o da un verbo servile o fraseologico uniti
al verbo che accompagnano. Il verbo è l’attore principale, il centro sintattico.
Può essere uno qualsiasi oppure una voce del verbo essere seguita da un
aggettivo o da un sostantivo, a questo punto si distingue tra predicato verbale
e predicato nominale. Si individua il soggetto, poi successivamente il
complemento oggetto e quello indiretto sulla base della
transitività/intransitività del verbo. Si può ragionare sulla reggenza e
concordanza verbali. Il soggetto e il complemento oggetto da che cosa sono
costituiti? S’introducono le seguenti parti variabili del discorso: articolo,
sostantivo, aggettivo e pronome. Poi si passa ai complementi indiretti e
s’introducono le preposizioni e gli avverbi. Infine, si distinguono le
proposizioni principali, coordinate e subordinate, e le congiunzioni
coordinanti e subordinanti.
In ogni lezione si parte da un testo. Con domande o la
tecnica del problem solving si stimola la riflessione linguistica e la scoperta
delle regole alla base della struttura di un testo, delle funzioni logiche e
dei diversi elementi grammaticali.
Modulo 1
In un brano si individuano i periodi e le proposizioni che
costituiscono ciascun periodo. Nella divisione in proposizioni, si considera come
una proposizione unica quella formata da un verbo composto o da un verbo servile
o fraseologico uniti al verbo che accompagnano. Si cercano i legami stabiliti
tra le frasi attraverso i connettivi che possono essere le congiunzioni, le
preposizioni, gli avverbi, i pronomi e la punteggiatura
Elementi da analizzare: periodo, proposizione, voce verbale,
verbo composto, verbo servile e verbo fraseologico, connettivi testuali.
Modulo 2
In una proposizione un verbo può essere costituito dalla voce
del verbo essere seguita da un aggettivo oppure da un sostantivo ( predicato
nominale ) oppure da una qualsiasi altro verbo ( predicato verbale ). Le
coniugazioni, gli ausiliari, i modi e i tempi. Forma attiva, passiva e
riflessiva. Verbi transitivi e intransitivi.
Modulo 3
Partendo dal verbo, s’individua il soggetto e si distingue
ciò che lo segue come complemento oggetto o complemento indiretto. Il caso dei
verbi impersonali.
Modulo 4
Il soggetto e il complemento oggetto sono accompagnati da
attributi e apposizioni e sono costituiti da parti variabili del discorso:
articoli, sostantivi, aggettivi e pronomi. Da considerare anche verbi e parti
del discorso invariabili con funzione di sostantivi.
Modulo 5
Si analizzano i principali complementi indiretti introdotti
da preposizioni, gli avverbi e le interiezioni.
Modulo 6
Le proposizioni principali, coordinate e subordinate. Le
congiunzioni coordinanti e subordinanti.
Modulo 7
I principali tipi di proposizioni subordinate.
Luigi Napolitano