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mercoledì 16 gennaio 2013

la grammatica dal testo


UNA MIA GUIDA ALLA GRAMMATICA TESTUALE
NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

per uno studio della grammatica fondato
sull’analisi globale del testo

  
LA GRAMMATICA TESTUALE
A partire dagli anni ’70 la linguistica considera, come unità di analisi del linguaggio, il testo e non più la frase. I parlanti di una lingua sono capaci di produrre, capire e comunicare non solo tramite frasi, ma anche attraverso testi. Un testo è la vera unità comunicativa di una lingua: l’unica che abbia significato pieno, compiuto e indipendente. Conseguentemente la grammatica più adatta ad esplicitare e rappresentare la competenza linguistica di un parlante non è più quella frasale, cioè quella che studia i rapporti interni alle frasi; sorge, pertanto, la necessità di ricorrere ad una grammatica testuale, che si occupa dei rapporti tra le frasi che costituiscono un testo.

LA SCOPERTA DELLA REGOLA
Lo studio della grammatica deve essere fondamentalmente una riflessione linguistica, è lo studente che scopre le regolarità di una lingua, elabora e verifica ipotesi, sotto la guida dell’insegnante che promuove l’autonomia. Le regole non sono delle norme inalterabili, ma meccanismi di funzionamento della lingua e riguardano tutti gli aspetti legati alla comunicazione. Occorre promuovere la motivazione dell’alunno con il piacere della scoperta e della risoluzione di un problema.
È preferibile un metodo induttivo: si parte da un testo per arrivare ad estrapolare una regola. Gli studenti vengono guidati a scoprire alcune delle regole dell’italiano che hanno introiettato fin dall’infanzia, ma di cui non hanno ancora una conoscenza pienamente consapevole, articolata ed esplicita. Si pongono alla classe una o più domande che stimolino la riflessione, la ricerca di una soluzione e la manipolazione. Per esempio: in italiano l’articolo precede sempre il nome? Dopo aver posto il problema con una domanda, il docente invita gli alunni a raccogliere dati ed esempi, sia dalla lingua parlata che da quella scritta ( giornali, libri di testo, siti web, ecc. ). Gli studenti trascrivono le citazioni scelte e indicano la fonte dalla quale sono tratte. Alla lezione successiva si portano i dati raccolti, sottoponendoli ad una riflessione collettiva dalla quale emergeranno una o più ipotesi. L’insegnante, anziché dare delle risposte, indirizza l’attenzione su aspetti giudicati importanti per la soluzione del problema ma non sufficientemente colti dalla classe. Dati, ipotesi e conclusioni vanno raccolti in un quaderno. Il docente nel corso dell’anno scolastico induce il miglioramento costante dell’organizzazione dei contenuti, della correttezza delle formulazioni linguistiche e della precisione della terminologia, suggerendo termini più tecnici ( così facendo favorisce l’acquisizione del metalinguaggio). Dopo aver adottato questo metodo di scoperta, il docente può ricorrere al libro di testo per una riflessione più generale e tradizionale, poiché in questo modo si dà organicità alle conoscenze. Non si può far grammatica senza un libro di testo, lo studente ha bisogno di sistemare le sue conoscenze e di apprendere la metalingua.

UN’ANALISI GLOBALE
Come è stato già detto occorre partire dal testo: prima di stabilire che cosa sono un aggettivo e un avverbio, è necessario mostrare come questi funzionano nella lingua vera. Si propone alla classe un testo riflettendo sulle sue caratteristiche e su una possibile definizione. Esso è un insieme di parole che hanno un senso, parole scelte e combinate tra loro in base al loro significato e a certe regole. L’autore scrive un testo che deve poter essere compreso e interpretato dal lettore. Oltre al rispetto delle regole morfologiche e sintattiche, segue le regole di scrittura stabilite per quella tipologia testuale. È chiaro che una lettera formale ha una struttura e un linguaggio diversi rispetto ad una relazione di scienze o ad una pagina di diario. Un testo deve essere coerente e coeso, coerente nel senso che deve avere un filo logico dall’inizio alla fine, mentre coeso nel senso che le parole devono essere legate tra loro in maniera corretta.
Nell’insegnamento della grammatica nella scuola secondaria di primo grado, tradizionalmente, si programma l’analisi grammaticale per la prima classe, quella logica per la seconda e quella del periodo per la terza. Il metodo globale non segue questa sequenza, ma propone i tre livelli di analisi già dalla prima classe. Si accorpano i tre livelli in un’analisi globale, ogni periodo viene analizzato a partire dagli elementi maggiori per giungere a quelli minori. Le frasi sono formate da sintagmi e i sintagmi da parole. Mentre l’analisi tradizionale è lineare, gli elementi si succedono semplicemente l’uno con l’altro, in un’analisi globale molti elementi non seguono gli altri, ma sono contenuti negli altri. La sintassi delle lingue funziona un po’ come le scatole cinesi, in cui ogni scatola è contenuta da un’altra. Questo metodo permette di ritornare più volte sullo stesso argomento, ciò è fondamentale anche in vista della preparazione alla prova Invalsi.  


UNA POSSIBILE PROGRAMMAZIONE MODULARE DA SVILUPPARE NEL CORSO DEL TRIENNIO DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Agli studenti si propone un brano. Si individuano i periodi e all’interno dei periodi, in base ai verbi presenti, le proposizioni. È un’occasione per riflettere sui legami stabiliti tra le frasi attraverso le congiunzioni, le preposizioni, gli avverbi, i pronomi e la punteggiatura. Nella divisione del periodo in proposizioni si considererà una proposizione unica quella formata da un verbo composto o da un verbo servile o fraseologico uniti al verbo che accompagnano. Il verbo è l’attore principale, il centro sintattico. Può essere uno qualsiasi oppure una voce del verbo essere seguita da un aggettivo o da un sostantivo, a questo punto si distingue tra predicato verbale e predicato nominale. Si individua il soggetto, poi successivamente il complemento oggetto e quello indiretto sulla base della transitività/intransitività del verbo. Si può ragionare sulla reggenza e concordanza verbali. Il soggetto e il complemento oggetto da che cosa sono costituiti? S’introducono le seguenti parti variabili del discorso: articolo, sostantivo, aggettivo e pronome. Poi si passa ai complementi indiretti e s’introducono le preposizioni e gli avverbi. Infine, si distinguono le proposizioni principali, coordinate e subordinate, e le congiunzioni coordinanti e subordinanti.
In ogni lezione si parte da un testo. Con domande o la tecnica del problem solving si stimola la riflessione linguistica e la scoperta delle regole alla base della struttura di un testo, delle funzioni logiche e dei diversi elementi grammaticali.

Modulo 1
In un brano si individuano i periodi e le proposizioni che costituiscono ciascun periodo. Nella divisione in proposizioni, si considera come una proposizione unica quella formata da un verbo composto o da un verbo servile o fraseologico uniti al verbo che accompagnano. Si cercano i legami stabiliti tra le frasi attraverso i connettivi che possono essere le congiunzioni, le preposizioni, gli avverbi, i pronomi e la punteggiatura
Elementi da analizzare: periodo, proposizione, voce verbale, verbo composto, verbo servile e verbo fraseologico, connettivi testuali.

Modulo 2
In una proposizione un verbo può essere costituito dalla voce del verbo essere seguita da un aggettivo oppure da un sostantivo ( predicato nominale ) oppure da una qualsiasi altro verbo ( predicato verbale ). Le coniugazioni, gli ausiliari, i modi e i tempi. Forma attiva, passiva e riflessiva. Verbi transitivi e intransitivi.

Modulo 3
Partendo dal verbo, s’individua il soggetto e si distingue ciò che lo segue come complemento oggetto o complemento indiretto. Il caso dei verbi impersonali.

Modulo 4
Il soggetto e il complemento oggetto sono accompagnati da attributi e apposizioni e sono costituiti da parti variabili del discorso: articoli, sostantivi, aggettivi e pronomi. Da considerare anche verbi e parti del discorso invariabili con funzione di sostantivi.

Modulo 5
Si analizzano i principali complementi indiretti introdotti da preposizioni, gli avverbi e le interiezioni.

Modulo 6
Le proposizioni principali, coordinate e subordinate. Le congiunzioni coordinanti e subordinanti.

Modulo 7
I principali tipi di proposizioni subordinate. 

                                                                          Luigi Napolitano
                                  

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