la danza

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domenica 20 gennaio 2013

open space technology: una sintesi sull'uso


L’Open Space Technology è un metodo comunicativo, creato da Harrison Owen, che permette di gestire un workshop con un numero di partecipanti che può variare da 5 a 2000. Un conduttore fornisce gli strumenti affinché i partecipanti si autorganizzino in gruppi di discussione e arrivino a proposte e decisioni condivise partendo da un argomento ben definito.  

LA PREPARAZIONE

Un gruppo ristretto di persone, appartenenti ad un’associazione o ad un movimento, nel momento in cui decide di organizzare una riunione utilizzando l’Open Space Technology, sceglie chi invitare e informa i partecipanti, in modo che vi prendano parte solo coloro che sono interessati a sperimentare un modo di comunicare diverso da quello a cui si è abituati. I promotori decidono un argomento chiaro, che possa essere sentito da tutti. Un argomento che stimoli la ricerca e che abbia una sua specificità in moda tale da dare una direzione ai gruppi di discussione. Inutile fornire i dettagli dell’argomento nei giorni precedenti all’evento, può essere controproducente poiché induce a credere che la propria partecipazione non possa dare alcun contributo: quello che c’è da dire è già stato detto!
Si allestisce un luogo confortevole costituito da una stanza centrale e da altri piccoli spazi. Nella stanza centrale non servono scrivanie e tavoli, ma solo sedie disposte in cerchio con lo spazio al centro e una parete vuota. L’evento deve durare almeno 5 ore, si può arrivare anche a  2/3 giorni, dipende da ciò deve venir fuori: una semplice scelta tra più elementi? Un piano energetico?

L’INIZIO E LA FASE INTERMEDIA

Il conduttore dell’open space deve rinunciare ad un controllo del gruppo, è semplicemente un presentatore e un facilitatore quando sorgono problemi nello svolgimento. Introduce il metodo comunicativo, definisce i tempi di discussione, con una breve frase presenta l’argomento da affrontare, illustra l’articolazione dell’incontro, apre e chiude lo spazio di discussione, coordina le conclusioni.
Il conduttore accoglie i partecipanti nella stanza centrale, dalla quale si raggiungono gli altri spazi destinati ai sottogruppi che si costituiranno. Fa notare il muro vuoto: non c’è altro programma di lavoro se non quello che i partecipanti stessi proporranno! Distribuito un cartoncino ad ognuno, chi vuole può scrivere opportunità e aspetti connessi all’argomento della discussione.  I cartoncini vanno attaccati con un adesivo al muro.  Quando uno è pronto si alza e legge ad alta voce la propria proposta e/o osservazione e la fissa  alla parete. Il conduttore, dopo aver fatto notare tutti i contributi visibili, invita gli autori a scrivere l’orario e lo spazio scelto tra quelli disponibili, in cui il gruppo di discussione si riunisce. Ovviamente prima della riunione, deve aver disposto un elenco degli spazi con i loro nomi. Tutti coloro che non hanno scritto nulla, leggono quelli proposti e decidono a quale gruppo iscriversi, secondo i propri interessi e il contributo che si pensa di saper dare.  In ogni gruppo un membro si preoccupa di redigere un report della discussione utile per il momento conclusivo, in cui ci si ritroverà tutti di nuovo nella stanza centrale.
Il conduttore, per una buona riuscita dell’open space, scrive su un foglio grande i Quattro Principi e la legge guida:  1 chiunque venga è una persona giusta, 2 qualsiasi cosa accada è l’unica che poteva accadere, 3 in qualsiasi momento cominci, è il momento giusto,  4 quando è finita, è finita. La legge è quella dei due piedi:  se una persona in un gruppo si annoia o scopre di non essere più interessato, meglio spostarsi in un altro gruppo, piuttosto che restare senza fornire alcun contributo o peggio ancora rovinando con la lamentela o un atteggiamento demotivante l’attività in corso.
Anziché prevedere la pausa caffè nel corso di 4/5 ore di discussione, si prepara nella stanza centrale un buffet di dolci e bevande calde e fresche. In questo modo non si interrompe una discussione importante e ognuno si sente libero di fermarsi quando lo desidera. I partecipanti devono sentirsi liberi di muoversi, bere un caffè e cambiare gruppo .

LA CONCLUSIONE

Quando i gruppi raggiungono gli spazi ben indicati dai cartelli, il conduttore resta nella stanza centrale di fronte al muro coperto dai cartoncini. È a disposizione dei partecipanti che si sentono disorientati. Gira frequentemente  tra gli altri spazi e interviene indirettamente se nota un problema.
Scaduti i tempi fissati per i gruppi di discussione, tutti ritornano nella spazio centrale, sempre seduti in cerchio. Per ogni gruppo, uno legge il report, meglio se scritto con un pc portatile. Il conduttore presenta gli impegni presi e ricorda gli appuntamenti successivi. Chi vuole può esprimersi sull'esperienza appena vissuta.


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